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Agosto 2025
Il legame indissolubile nella coevoluzione uomo-macchina
Da sempre le trasformazioni tecnologiche sono il catalizzatore del progresso umano. La tecnologia ha sempre favorito l’evoluzione delle abilità umane sviluppando nuove capacità abilitanti possibilità di ulteriore innovazione. Queste capacità a loro volta portano a radicali cambiamenti del nostro comportamento con conseguente impatto su trasformazioni sociali, economiche e culturali.
La specie umana è ideatrice cosciente dell’artefatto che diventa esso stesso artefice inconsapevole di un profondo cambiamento antropologico.
L'origine del Simbionte Digitale
L'evoluzione umana è segnata da progressi spesso legati indissolubilmente ad evoluzioni tecnologiche:
La rivoluzione agricola ha portato stabilizzazione e specializzazione, modelli sociali più elaborati e complessi;
La scrittura ha avuto un impatto drastico sulle nostre facoltà cognitive, migliorando significativamente il ragionamento e aprendo la strada all’accesso autonomo, non raccontato, del sapere collettivo;
La rivoluzione industriale ha portato profonde trasformazioni nella percezione del tempo e dello spazio, nuovi modelli sociali ed economico-finanziari.
L'uomo ha sviluppato la tecnologia che a sua volta ha plasmato il nostro modo di essere umani. La tecnologia influenza l’evoluzione epigenetica umana al pari di quanto l’essere umano è artefice del cambiamento tecnologico.
In tutte le trasformazioni tecnologiche l’artefatto complementa l’uomo nel potenziamento delle proprie capacità. La tecnologia è da sempre usata per scalare i processi ed ampliare le capacità umane. Abbiamo usato ed usiamo la tecnologia per fare cose che altrimenti non riusciremmo a fare. Così facendo la complessità gestionale aumenta mentre le nostre capacità fisico mentali vengono amplificate in un percorso di crescita continua sia per la tecnologia che per le nostre facoltà.
Il processo di automazione intensa diviene necessario in contesti a complessità sempre crescente. La supervisione umana non è più sufficiente per gestire la complessità, la manutenzione e lo sviluppo dei sistemi informatici. L'automazione diventa quindi una strategia indispensabile per garantire efficienza, scalabilità e sostenibilità, evitando che la complessità schiacci la capacità di gestione.
L'equilibrio imperfetto
E se fosse invece l’uomo ad eseguire quei compiti che non conviene far fare ad una macchina in questo percorso di coevoluzione continua?
L’attenzione deve essere posta nell’intermediare la tecnologia attraverso il pensiero critico e non diventare, per convenienza o pigrizia mentale, un banale elemento di supporto all’esecuzione di una catena di montaggio uomo-macchina. Sarebbe sbagliato eticamente ma ancora di più insostenibile strutturalmente. Questo approccio condanna il dualismo uomo-macchina alla fame insaziabile del Paradosso Digitale. Senza una ottimizzazione critica si soccombe inesorabilmente nel ciclo vizioso di inefficienza e insostenibilità.
In questo, l’intelligenza artificiale porta il simbionte digitale verso un ulteriore livello di sofisticazione. L'IA, come qualsiasi altra tecnologia, non "decide" di cambiarci, ma la sua integrazione nella nostra vita genera inevitabilmente profonde trasformazioni antropologiche.
Il dualismo relazionale uomo-macchina evolve verso un equilibrio, in questa fase instabile, dove entrambe le variabili dell'equazione collaborano per il completamento di prerogative fino ad oggi appannaggio della sola parte biologica della relazione. Il simbionte digitale si evolve in modello dove i confini della relazione duale assottigliano aumentando la velocità di coevoluzione del modello stesso.
Ogni evoluzione tecnologica ha sempre portato profonde evoluzioni antropologiche. La complessità gestionale necessità di automazione estesa ed il digitale, sfumando il confine tra ciò che è opera dell'uomo e ciò che è opera della macchina aumenta a velocità di evoluzione del modello uomo-macchina. Il vero progresso risiede nella nostra capacità di orientare questa coevoluzione.